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Il racconto di Pietro
Sturno-
Sono esattamente le 5,30 quando Antonio, che è giunto a Sturno in macchina da Villanova del Battista, mi raggiunge davanti al cancello di casa, c’è anche Rosaria, mia moglie e cognata di Antonio: non ha voluto mancare alla nostra partenza e ad un ultimo personale saluto ai due pellegrini. In meno di un minuto siamo davanti alla chiesa parrocchiale, una preghiera a San Domenico e a San Francesco e poi via verso la piccola cappella nel bosco. Dopo pochi minuti siamo già davanti alla Madonna della Neve, ci affidiamo a Lei …
Pollena Trocchia-
… Sono circa venti minuti che siamo sulla S.S. Nolana, sono anche venti i minuti che, ininterrottamente, abbiamo nel "mirino" il Santuario della Madonna del Rosario con il poderoso campanile. Il caldo è davvero ai limiti della sopportazione, sono le 15,40 e ci sono 37°C, il sole picchia duramente, siamo davvero stanchi ma ormai è fatta: grazie Santa Madre Nostra di Pompei per averci consentito di giungere fino a Te!
Questi brani sono l’inizio e la fine del diario del nostro pellegrinaggio agostano da Sturno(AV) a Pompei(NA), in cinque giorni abbiamo attraversato quasi tutto il territorio della provincia di Avellino e buona parte di quello della provincia di Napoli. Siamo passati per centri e campagne di una buona ventina di comuni; abbiamo visitato tre grandi santuari mariani (Montevergine, Madonna dell’Arco e Pompei); abbiamo pernottato in un agriturismo (Chiusano S.D.) in una foresteria dei frati (Montevergine), in un albergo di lusso (l’Hotel Maddaloni di Schiava di Tufino) ed infine in uno squallido alberghetto "a ore"(non c’era altro!) a Pollena Trocchia, ai piedi del Vesuvio: insomma, non ci siamo fatti mancare nulla! La fatica è stata tanta, soprattutto il terzo (quando da Montevergine abbiamo raggiunto Baiano) ed il quinto giorno (quando abbiamo attraversato il Vesuvio, prima di scendere a Pompei). Troppe le ore di viaggio e molto impervio il percorso, anche se più preferibile alle arterie asfaltate e, spesso, prive di tratti ombreggiati. Queste difficoltà, effettivamente quasi tutte previste, ci avevano spinti, originariamente, a programmare il pellegrinaggio per il mese di maggio scorso ma al momento stabilito si era stati costretti, per cause di forza maggiore, a rinviare il tutto al mese di agosto appunto. Io, dopo l’Assisi-
Pietro Todisco
IL RACCONTO DI ANTONIO
La mia prima esperienza da pellegrino è stata davvero bella, certamente faticosa ma mai "stancante". Quando Pietro mi propose questo viaggio non era da molto tempo che venivo fuori da un intervento chirurgico che mi ha segnato il corpo e il morale, sono stato operato di tumore alla prostata a 52 anni, uno dei tumori meno insidiosi dicono, ma comunque di quelli che ti cambia la vita. Ho accettato con un certo scetticismo non sapendo esattamente cosa mi sarebbe aspettato, ma c’era Pietro , e a me bastava per darmi quella sicurezza che per carattere non ho mai avuto. Ho iniziato quindi un allenamento costante, anche durante le mie 33 sedute di radioterapia avendo come obiettivo questo progetto da realizzare. Alla Madonna non avevo fatto nessuna promessa ma, in cuor mio, sapevo che se Lei voleva mi avrebbe dato la forza necessaria per andarLe a fare visita e ringraziarla per non avermi lasciato solo.
Pietro è un "Vulcano" di risorse, è un compagno ideale per chi vuole cimentarsi in imprese del genere, soprattutto per quelli che come me, non hanno il ben che minimo senso dell’orientamento e mai hanno avuto grandi ambizioni di viaggiatore. E’ sicuro di sé ed ha sempre chiaro che cosa fare. Gli chiedo scusa se, a volte, la mia insicurezza e la mia "agitazione" lo hanno contagiato. Lo ringrazio per la sua vicinanza.
A differenza di Pietro, forse io in quel periodo ero più ricettivo, ne ho avuti di segnali di incoraggiamento e di sostegno….il primo a Chiusano San Domenico, quando arrivati alla nostra prima meta, mi sono tolto le scarpe e mi sono steso sull’erba a riposare…un piccolo cane dagli occhi parlanti, si è disteso al mio fianco e ha poggiato la sua testa vicino alla mia e ha cominciato a leccarmi il viso…gli ho voluto subito bene.
La meta da raggiungere nel secondo giorno era il Santuario di Montevergine.
Pietro, già dalle prime ore del mattino mi mostrava da lontano la meta da raggiungere. "Vedi quel puntino bianco lassù? E’ là che dobbiamo arrivare!" Mamma mia quanto era lontano! Dopo una pre-
Dopo aver riposato un po’ sulle panchine dei giardini comunali ed aver gustato un buon gelato ci apprestammo alla scalata vera e propria della montagna . Non abbiamo potuto fare a meno, Pietro ed io ,di constatare lo stato di abbandono di quei luoghi ,cumuli di immondizia, piatti, bicchieri di plastica e quant’altro,disseminati in ogni posto, un vero spettacolo di inciviltà. Soprattutto quando siamo giunti al cosiddetto "Miglio Sacro" è stato davvero mortificante notare in quale grado di abbandono versa questo luogo di grande devozione . La scalata è stata davvero faticosa, l’ultimo tratto ,quello del Miglio Sacro per l’appunto, lo abbiamo percorso recitando il Santo Rosario e alle 17.00 circa siamo giunti al Santuario giusto in tempo per la Santa Messa. Il Santuario della Madonna di Montevergine è molto bello, a mio avviso non entusiasmante come quello di Pompei, ma il quadro della Madonna è davvero bellissimo anche se il volto della Madonna mi è sembrato triste. Dopo la messa Pietro riesce a trovare una sistemazione per la notte presso la foresteria dei frati e , dopo la cena consumata presso il Ristorante attiguo alla Basilica io, stracotto, mi sono subito addormentato.
Il mattino successivo ,alle ore 5,30 sveglia e frugale colazione che il gentile addetto al bar, mezzo addormentato ,data l’ora, ci prepara.
Questo è l’inizio del giorno più faticoso , almeno per me.
Attraversiamo il Partenio in compagnia di un piccolo cane , quello citato già da Pietro, che sembra anche lui bisognoso di compagnia. I luoghi sono davvero belli ma l’uomo, come al solito, fa di tutto per distruggere tutto e, a mio parere, ci riesce molto bene.
Disseminati sul pianoro che precede la discesa verso Baiano cumuli di rifiuti lasciati dai "turisti della domenica", sparsi dovunque… Abbiamo trovato di tutto, anche scheletri di televisioni ,di computer, vasche da bagno, e naturalmente tutto ciò che è servito per i bivacchi del fine settimana (piatti, bicchieri, bottiglie,tutte rigorosamente sparpagliate ovunque). Che spettacolo squallido!
Questo scenario ci accompagnerà ahimè fino a Pompei.
Durante la traversata del Partenio non mancano i momenti di agitazione, almeno per me, soprattutto quando passiamo vicino alle greggi che lì pascolavano, si sa che dove ci sono le pecore ci sono anche i cani e che cani…fortunatamente non è successo nulla. Giungiamo nei pressi di una fontana dove bivaccano pigramente delle mucche…C’era il pastore, un uomo sulla settantina ,un altro più giovane e un bambino che lo aiutava nella pulizia dell’abbeveratoio che i "soliti turisti" avevano saggiamente provveduto a riempire di sassi ostruendo il regolare deflusso dell’acqua….: "le mucche , diceva l’anziano pastore, non si abbeverano se l’acqua non è pulita" e lamentava proprio dell’inciviltà degli "umani".
Era una giornata bellissima , il sole già alto invogliava a stendersi e rilassarsi, ma noi avevamo tanta strada da fare; chiacchierammo un pò con il pastore anziano il quale si mostrò molto stupito quando gli dicemmo da dove venivamo e dove eravamo diretti; dopo aver riempito le borracce con la fresca acqua della fontana ed esserci rinfrescati, salutiamo i pastori e proseguiamo il cammino.
Incontriamo pure degli appassionati di scalate con mountain bike , un temerario su una Vespa50 che fumava una bella sigaretta….Pietro mi guarda e dice : " Già so cosa stai pensando!" Effettivamente era così…Non riuscivo a capire come si poteva essere tanto superficiali e stupidi da attraversare un bosco, in pieno agosto , con una sigaretta accesa.
Continuerò ……
Traversata del Parco Nazionale del Vesuvio
Dopo una abbondante colazione ci incamminiamo verso il Parco Nazionale del Vesuvio……….durante la salita, signore intente a insertare i famosi pomodorini del Vesuvio, una vera delizia per il palato….altre invece preparavano la conserva di pomodoro …
Pietro è un’inesauribile fonte di notizie, sempre curioso e attento a tutto ciò che lo circonda….già in passato ho avuto modo di apprezzare queste sue doti…( ad esempio ,molti anni fa andammo a Pompei…grazie a lui imparai che i Pompeiani dell’epoca soffrivano di una malattia a causa del piombo delle tubature dell’acqua)
Stavolta mi ha spiegato la differenza che c’è tra i vari tipi di corteccia dei pini che ci sono nel Parco, come il Pino Loricato che prende il nome dalla Lorica, ovvero l’armatura che indossavano i romani; poi mi ha mostrato il lichene che cresce sulla lava ormai stratificata…mi era quasi venuta voglia di prenderne un po’ per i miei presepi ma poi ho desistito…
L’esperienza più significativa al Santuario di Madonna dell’Arco…ero assorto nelle mie preghiere e nelle mie istanze a Chi ascolta tutti…Madonna mia, tu che tutto sai e puoi, aiutami, aiuta quelli che amo!! Mentre mi avvicinavo all’Eucarestia non mi ero accorto che dietro di me c’era un signore sulla sedia a rotelle,forse della mia età, lo guardo e vedo che gli manca una gamba…In quel momento ho capito che la Signora mi ha voluto dire…Figlio mio, ti ascolto, ma vedi che c’è chi ha più bisogno di me!!! Cosa posso chiederti, ho risposto..Ecco per me questo è stato un segno importante….
Antonio Grasso
P.S. Se qualcuno, per qualsiasi cosa, ci volesse contattare il mio indirizzo e-